Un grande onore per noi di Audiomovie aver intervistato Davide Pigliacelli, autore e promotore di ‘doppiatoriitaliani.com‘ , con cui abbiamo osservato come il mondo del doppiaggio sia strettamente legato a quello delle audiodescrizioni, tema a noi caro e ricorrente nel nostro blog.
davide pigliacelli
Nella bellissima chiacchierata con Davide Pigliacelli, non vedente e fruitore delle audiodescrizioni e del cinema audiodescrittivo, cio’ che si evince è un quadro avvilente, raccontato da chi è parte integrante di una minoranza che ha da sempre un’insaziabile fame di arte, di entertainment e di vita. Con le sue parole denuncia un impegno insufficiente nel creare ponti tali da rendere il cinema inclusivo, raccontando la sua esperienza.
“Mi sono appassionato al doppiaggio da giovane. Non avevo nemmeno vent’anni quando sono passato in questo ambiente, inizialmente da esterno e poi in maniera più professionale con la creazione del mio portale ‘doppiatoriitaliani.com’ e con il canale you tube ad esso collegato. Ho fondato anche un festival che solitamente si tiene in autunno e ci tengo a precisare che non ci sono sovvenzioni o aiuti di alcun tipo. Vado avanti orgogliosamente con le mie sole forze. Questo festival, “Le voci del cinema”, nasce dalla volontà di far conoscere il mondo del doppiaggio in maniera più vasta e non solo come una nicchia d’elitè”.
Il mondo del doppiaggio e quello delle audiodescrizioni è strettamente connesso, come evidenziato anche nel corso di un’altra nostra intervista, quella al doppiatore italiano Valerio Sacco. Questo intreccio lo evidenzia così Pigliacelli:
“Seguivo le audiodescrizioni da più giovane. Quello che inizialmente mi aveva affascinato maggiormente erano le audiodescrizioni che la RAI trasmetteva sulla serie tv dell’ispettore Derrick. Ho cominciato con il tempo a capire come funzionassero e la loro utilità sociale. Oggi devo dire che questo servizio che si offre è di qualità molto più scadente rispetto al passato. Forse prima si era molto più attenti alle richieste delle fasce protette. Potrei quasi dire che risulta offensivo e denigratorio nei confronti di noi utenti, che per la maggior parte lo percepisce come un prodotto sterile, come se l’utente stesso non fosse apprezzato o rispettato”.
“Servizi troppo costosi e solo gli audiolibri sembrano aver preso piede”. Questo il pensiero di Pigliacelli che tocca un argomento che abbiamo già toccato qui, come le app e i dispositivi per non vedenti e le audioguide museali che sono diffuse sempre più. QUesto il suo pensiero a tal proposito:
“Devo dire che trovo molto importante lo sviluppo degli audiolibri. Un apprezzamento agli audiolibri (anche in inglese) che mi a piacere notare sia in espansione. Ma in generale i servizi restano troppo costosi e oggi lo sono più di ieri. Apparecchi sì molto elaborati ma non accessibili ai costi di tutti”.
Un tasto dolente quello della trascuratezza delle audiodescrizioni che riprende ancora Pigliacelli nella nostra intervista.
“I doppiatori moderni possono apprendere maggiori tecniche ma è indubbio che serve una preparazione accademica e anche teatrale per entrare veramente nell’ottica di una buona audiodescrizione. L’ingrediente principale per fare sempre un buon prodotto in questo senso resta quello dell’enfasi sia della voce che di una mimica che alla fine emerge sempre. Meno voci sterili e robotiche, più passione e ambientazioni nelle audiodescrizioni”.
Un concetto questo espresso a chiare lettere anche nella forma delle audiodescrizioni e del prodotto che ne consegue più volte sottolineato da noi di ‘Audiomovie’. Per far sentire tutti inclusi, senza barriere di accessibilità per nessuna categoria.